accogliete mio figlio

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giovedì 10 aprile 2014

La devozione al VOLTO SANTO DI GESU'

CONOSCERE E ADORARE IL VOLTO SANTO


PRESENTAZIONE
"Conosci la medaglia del Volto Santo di Gesù"? Davanti alla mia stupefatta ignoranza mi si offrì;
quindici anni fa, una bella medaglietta dorata con il Volto di Gesù con la scritta: "ILLUMINA, DOMINE, VULTUM TUUM SUPER NOS" (Illuminaci col tuo Volto o Signore) e sul retro l'ostia Santa con la scritta: "MANE NOBISCUM DOMINE" (Rimani con noi, Signore). Fu così che incominciai ad interessarmi della immagine del Sacro Volto. Dopo tanti anni quale non fu la mia sorpresa al sentirmi chiedere, da una persona conosciuta qualche mese fa, di "dare un'occhiata" ad un opuscolo contenente varie notizie e preghiere sul S. Volto di Gesù Cristo.Una "sorpresa" che subito capii essere "dono" anche perché la persona che aveva con tanto amore fatto il lavoro di "raccolta", circa un anno fa ricevet­te un messaggio da parte di Gesù che le chiedeva di aiutarlo nel diffondere la conoscenza dell'opera di riparazione al Suo Santo Volto. Quest'anima che da anni diffondeva già l'amore e la riparazio­ne per le sofferenze di Gesù nell'orto del Gethsemani; era completamente ignara di una devozione al Sacro Volto, che risale a molti secoli fa, e si diede attorno per saperne di più. Qualcuno leggendo si chiederà il "perché" questo particolare amore al Volto di Cristo"? E' semplicis­simo - Se amiamo una persona che cosa balza alla nostra mente pensandola? Il volto. Il volto è la somma della personalità: qualità, carattere, virtù e manchevolezze di un uomo.
Ecco perché nel rapporto con il divino la nostra mente e il nostro cuore vanno al volto di Gesù, tra­mandatoci dalla Sindone e dal Velo della Veronica. E' il Volto che migliaia e migliaia di ebrei di duemi­la anni fa guardarono con ammirazione e amore, oppure con invidia ed odio (vedi i farisei) e che dif­fondeva pace e forza, dolcezza e coraggio ai grandi e sorrisi tenerissimi ai piccoli. E' il Volto che, dal bacio traditore di Giuda fino all'ultimo respiro sulla Croce, emanò amore, pietà e perdono agli uomini d'allora e di oggi. E' il Volto di Dio fatto Uomo accarezzato da Maria e baciato dai bambini che festosi e chiassosi l'attorniavano. E' il Volto che, grondante di sangue e incrosta­to di sputi e di polvere, tumefatto e contuso, fu amato da Sua Madre, venerato dalla Veronica, dalle pie donne e dal discepolo Giovanni.
E' il Volto che, da una statua o da un quadro guarda noi, uomini del ventesimo secolo, e parlando con gli occhi ci ripete: vi amo! Vi amo e vi chiedo di consolarmi, perché consolando Me istantaneamente scenda in voi la Mia Consolazione. Un Sacerdote
GESU'AD UN'ANIMA: 14/2/87
"La Mia gioia sia nel tuo cuore figlio. Vivi nella gioia amorosa della riparazione! Sforzati di aiutarMi in tutti i modi nell'opera di riparazione affinché possa Io riparare i difetti e le manchevolezze della tua anima. Oh figlio, in questo tempo in cui le Mie creature si rivolgono con INDIFFERENZA alla Croce, con INDIFFERENZA al Mio Sangue, con INDIFFERENZA profonda al Mio Cuore acceso d'amore per loro CIIIEDO A TE di unirti nell'opera di riparazione del VOLTO MIO, affinché possa IO STAMPARE NEL TUO CUORE L'IMMAGINE MIA ED IL PADRE GUARDARTI ATTRAVERSO IL MIO VOLTO.
E' vero! Poiché ogni anima che è tersa e lavata nel Mio Sangue diventa come un velo bianco e immacolato. E in essa, tramite l'amore, deterge il Mio Volto sputato e disprezzato. Così IO IMPRIMO in loro i Miei lineamenti Divini, così si stampa nell'anima PER SEMPRE l'im­pronta del Suo Signore e Maestro ed IL PADRE GUARDERA' ETERNAMENTE QUELL’ANI­MA ATTRAVERSO IL MIO VOLTO. MI CONSOLA TANTO, figlio, QUANDO TU MI VIENI A TROVARE NELUORTO DELGETHSEMANI NELLA PROFONDA SOLI­TUDINE DI CHI AMA.
Quanta freddezza! Quanto buio! Quanto buio interiore in questa notte del Gethsemani che iniziò in quel giovedì e che si concluderà all'ultimo giorno del giudizio. Quanto è fredda questa notte! Non c'è nem­meno la luna in cielo che rischiari un pò le tene­bre, poiché l'uomo ha amato le tenebre. E la luna? La luna è Maria! E' Lei che rischiara per riflesso la nostra notte, ma le tene­bre sono fitte e profonde. Oh dunque figlio!
QUANDO TU MI VIENI A TROVARE NEL GETHSEMANI TROVI ME AFFLITTO E ABBANDONATO ALLA PIU' TRISTE SCONSOLAZIONE. Oh figlio, VORREI CHE TANTE ANIME VENISSERO A CONSOLARMI E INVECE SONO POCHISSIME QUELLE A CUI E' DATA QUESTA PARTICOLARE GIOIA. Grazie, dico Io a te! Io, figlio, capisci? Perché ti amo! Ti amo gran­demente! Ti dico Grazie! Grazie per tutto quello che fai! Grazie per l'amore verso il tuo Signore! Grazie per quando Mi guardi con amore!
ED ORA FIGLIO, CERCA DI DIFFONDERE L’OPERA DELLA RIPARAZIONE COSI' CHE TU POSSA ESSERE UNA DI QUELLE ANIME CHE DETERGONO IL MIO VOLTO DALLE INGRATITUDINI DEI CUORI UMANI.
Viva in te sempre la Mia pace, la vera pace. Cioè il sapere di essere amato! Cioè il sapere di possedermi nell'intimo del tuo cuore. Ti benedico figlio e il tuo Signore e Maestro è dinanzi a te per guidare i tuoi passi, verso di te per proteggerti da ogni male, è dietro te per custodirti dalle insidie del maligno. Ti benedico nel nome del Padre, nel nome Mio e dello Spirito Santo.Gesù ha chiesto di diffondere e far conoscere come vuole che sia onorato il Suo Santo Volto tramite "un amico del Gethsemani" che da anni si prodiga per far meditare e propagare la devozione della SS. Passione del Gethsemani e fa capire come gli sia tanto gradita la veglia di riparazione nella notte tra il giovedì e il venerdì. E' lo stesso "Volto" delle sofferenze spirituali di Gesù che ha sudato sangue per i nostri peccati facendo Sue tutte le nostre colpe. S. VOLTO e GETHSEMANI: il dolore e l'annientamento di un Uomo-Dio.
Chi sono gli "Amici del Gethsemani?"
1) - Che cosa era, che cosa fu, per Gesù, Signore e Fratello nostro divino, il Gethsemani (almeno nell'ultima parte della sua vita). Fu un luogo di RITIRO e di ORAZIONE; fu il luogo della sua indicibile AGONIA.
2) - Gli "AMICI del GETHSEMANI" sono dun­que gli amici di Gesù che pregano, che si riti­rano lontano dal tumulto del giorno e dal (pur necessario) rapporto con gli uomini per "con­solidare" nella contemplazione amorosa e nel "FIAT!" l'unione col PADRE, nello SPIRI­TO SANTO.
3) - Gli "AMICI del GETHSEMANI" sono gli amici di Gesù che agonizza “fatto peccato (come scrive S. Paolo) per la salvezza degli uomini, poiché Gesù - come scrive Pascal – è in agonia sino alla fine del mondo”. Perciò sono coloro che accettano - sotto l'impulso dello Spirito Santo e dietro il materno invito di MARIA (che potremo chiamare la "VER­GINE del GETHSEMANI") - di produrre in sé stessi il desiderio cristico di unione con DIO mediante il "fiat" dell'orazione, e il "fiat" della sofferenza.
4) Per essere "Amici del Gethsemani" bisogna dunque (prima e insieme) camminare con decisione sulla via della salvezza ("Cosa devo fare per avere la "vita eterna?" - Osserva i COMANDAMENTI") e camminare con abbandono sulla via della santità, senza ten­tennamenti né compromessi col male. Il santo è colui che ascolta l'invito di DIO e che dice "SI" qualsiasi cosa accada.
5) Gli "Amici del Gethsemani" devono essere i "piccoli" di cui scrive la Bibbia. Essi sanno di avere tanto spesso dormito accanto al Signore che agonizzava; essi sanno di aver tanto spes­so... "russato" accanto a GESU' che sudava Sangue, tremendamente solo.
6) Gli "Amici del Gethsemani" devono dunque comunicare con Gesù per gli uomini, per tutti gli uomini deturpati dal peccato o straziati dalla sofferenza e dalla disperazione. "A van­taggio degli uomini", secondo il dono di Dio, nel proprio umile vaso di creta.
7) - Gli "Amici del Gethsemani", sono quindi figli della CHIESA, devoti al "Dolce CRISTO in terra", attenti alla voce del Vescovo, docili alle indicazioni dei Concilii. SALDI nella FEDE - CONSOLIDATI dalla SPERANZA - DOCILI alla CARITA' (che è dono) essi sono TESTIMONI di CRISTO nel mondo, rocce salde fra i flutti tempestosi della storia umana. Lo SPIRITO va loro insegnando "quello che vi è nell'uomo"; essi conoscono il loro nemi­co (satana, il mondo, la carne); resi piccoli dall'esperienza del peccato o da una gratuita liberazione da esso sanno COMPATIRE i fratelli.
8) Incamminati verso il REGNO di DIO (che è già fra noi), gli "Amici del Gethsemani" atten­dono con pazienza e impegno ai doveri quo­tidiani che per lo più sono sempre umili e pic­coli. Ognuno di essi, secondo il proprio "dovere di stato", lavora insieme all'EVAN­GELIZZAZIONE e alla promozione umana, secondo il desiderio del PAPA (vedi "Evangelii Nuntiandi"). Ma vigila attentamente contro la dissipazio­ne, contro l'edonismo, contro la faziosità" contro il disorientamento, contro il "COMPROMESSO col mondo", soprattutto.
9) Gli "Amici del Gethsemani" sono devoti a MARIA, Madre di Gesù e Madre della Chiesa, cui una spada ha trapassato l'anima e che era vigilante accanto al suo FIGLIO-DIO e che tuttora stende la sua materna protezione sulla Comunità dei redentì.
10) - PROTETTORI CELESTI per gli "AMICI del GETHSEMANI" sono i TRE ARCAN­GELI: MICHELE - RAFFAELE - GABRIE­LE, che si offrono come loro "Protettori parfi­colari" presso il TRONO di DIO.
- S. MICHELE li difenderà dagli assalti di Satana, ottenendo loro il dono della FOR­TEZZA e la virtù della FEDE. - S. RAFFAELE li guiderà nelle difficoltà e otterrà loro i doni della SCIENZA e del CONSIGLIO con la virtù della SPERANZA. - S. GABRIELE li illuminerà intorno alla "PAROLA di DIO" con il dono dell'INTELLETTO facendoli crescere nella virtù della CARITA' con la "SAPIENZA".
11) Che devono fare gli "Amici del Gethsemani?"
- Cooperare alla REDENZIONE: "Comple­tare - come dice S. Paolo - ciò che manca alla Passione di Cristo", giungendo anche, se DIO vuole e dà grazia, all'agonia del corpo; all'agonia dell'anima, all'agonia del cuore. ACCETTARE di ESPIARE per le umane iniquità - sempre secondo la Volontà e il dono di DIO - in umile coscienza della pro­pria condizione di peccatori, sino a CON­DIVIDERE l'amara SOLITUDINE di GESU' che prega nel GETHSEMANI. AIUTARE GESU' che soffre e ama per la redenzione delle anime, imitando il Cireneo, che portò, per un tratto, la CROCE di Gesù.
12) - Gli "AMICI del GETHSEMANI" si impegna­no a DIGIUNARE ogni venerdì, la sera a pane e acqua, o saltando addirittura la cena. - Il venerdì alle ore tre sosteranno per qualche minuto accanto a Gesù che muore attingen­do il suo SANGUE PREZIOSISSIMO, e distribuendolo per quanti stanno morendo, soffrono, sono tentati, ecc.
13) - Gli "AMICI del GETHSEMANI" nella loro VEGLIA RIPARATRICE NOTTURNA (dal giovedì al venerdì) hanno soprattutto l'in­tenzione di RIPARARE PER TUTTI I SACRILEGI che si commettono contro GESU' EUCARESTIA e per ottenere la CONVERSIONE dei profanatori dell'Eucarestia e di quanti si CONFESSANO sacrilegamente.

PAROLE DI GESU'

"Nel Gethsemani conobbi i peccati dì tutti gli uomini. Fui fatto quindi: ladro, assassino, adultero, bugiardo, sacrilego, bestemmiatore, calunniatore e ribelle al Padre che invece ho sempre amato. Io, puro, ho risposto al Padre come se fossi macchiato di tutte le impurità. Ed in questo, appunto è consistito il Mio sudare sangue: nel contrasto del Mio amore per il padre e la Sua volontà che voleva addossarmi tutto il marciume dei Miei fratelli. Ma ho obbedito, sino alla fine ho obbedito e per amore di tutti mi sono ricoperto di ogni macchia, pur di fare il volere di Mio Padre e salvarvi dalla perdizione eterna.Nessuno crederà che molto più soffrii allora anziché sulla Croce, pur tanto e tanto dolorosa, perché chiaramente ed insistentemente Mi fu mostrato che i peccati di tutti erano fatti Miei ed Io dovevo risponderne per ciascuno.
Sicché Io, innocente, ho risposto al padre come se fossi veramente colpevole di disonestà. Considera, perciò, quante agonie più che mor­tali ho avuto in quella notte e, credimi, nessuno poteva alleggerirmi di tali spasimi, perché, anzi, vedevo che ognuno di voi si è adoperato per render­mi crudelissima la morte che ad ogni attimo Mi veniva data per le offese di cui ho pagato interamente il riscatto.
Più di quanto l'uomo può capire ed oltre ogni immaginazione, provai in Me stesso abbandono, dolore e morte. Nessuna grandezza maggiore potete attribuirmi che questa: essere divenuto centro, bersa­glio di tutte le colpe vostre. Immensamente conobbi il peso delle offese che al Padre Mio furono e sarebbero state fatte. La Mia Divinità, avendo preso per suo proprio strumento la Mia Umanità, Mi partecipava la brut­tezza che nasconde la ribellione e la conseguente disubbidienza, trasformando il tutto in gemiti e mar­tini nell'Anima e nel Corpo.
Ma un solo istante sarebbe bastato, un solo Mio sospiro avrebbe potuto operare la Redenzione per la quale ero stato inviato; eppure moltiplicai questi sospiri, prolungai il Mio vivere quaggiù, perché Sapienza e Amore così volevano. Giunto, però alla fine volli come intensificare in Me stesso ogni genere di patimenti: vidi tutto ciò che dovevo redimere e che tutto Mi era addossato come cose Mie. Fù lì, nell'Orto, il culmine del dolore e Uomo quale Io volli essere, fui atterrato, sopraffatto, fisicamente distrutto. Venne l'Angelo Mio e mi ristorò mostrando­mi le pene che altre Mie creature fedeli avrebbe­ro sofferto per questo Mio soffrire; non gloria Mi fu mostrata ma amore, compassione, unione. Ecco come ripresi animo, ecco come diedi a Me stesso sollievo e forza. Pianto e lotta, sangue e vittoria, ho portato agli uomini, ingrati ed immemori, per quella notte di grande sconforto.
Fu notte di redenzione, in cui Mi sostituii ad ogni peccatore e ne presi ogni colpa, ma, oltre a ciò volli racchiudere anche le pene tutte degli uomini e soffrirne intensamente. Miei cari, il Gethsemani è un mare senza con­finì, un oceano in carità nel quale ogni persona, ogni colpa, ogni dolore venne sommerso ed Io sentii real­mente: non in via immaginaria, tutta la gravezza che nel mondo sarebbe discesa.
Amore per il Padre, amore per gli uomini, Mi fecero vittima volontaria. Se uno di voi avesse potuto vederMi, sarebbe morto di spavento per il solo aspetto fisico che avevo preso. Poiché non trattavasi di un solo tipo di pena, non si trattava di un solo anelito, ma di mille, milioni di aneliti tutti compressi in Me. Io fui capace di abbracciare ogni vostra colpa e tutte le vostre sofferenze. Io solo sono stato capace di sentire, dico sentire, tutte le vostre pene, perché io ero voi e oi eravate Me.
Notte di tragedia, notte oscura per la Mia Anima che inoltravasì titubante fra gli ulivi del Gethsemani. Il Padre Mi preparava l'Altare sul quale Io, Sua Vittima, dovevo essere Immolato. Io dovevo prendere le colpe degli altri e Colui che Mi aveva mandato, attendeva quella notte per dare agli uomini la misura del Suo Amore, col sacri­ficio totale di Me, Suo figlio e Sua Prima Creatura. Laggiù fra gli ulivi del Gethsemani, il pecca­to degli uomini ebbe sconfitta definitiva perché fu in quel luogo che Io Mi immolai e vinsi.
E' vero che sarebbe bastato un solo sospiro nel mondo per dar redenzione a tutti, ma è anche vero che un'opera è completa quando raggiunge il culmi­ne voluto, come dire che, essendo stabilito che Io pagassi per tutti sottoponendomi alle umiliazioni della Passione, soltanto con la Immolazione poteva­si raggiungere lo scopo voluto dal Padre.
Difatti, il merito fu infinito in Me, qualsiasi cosa Io facessi, tuttavia la volontà Divina voleva la Mia umiliazione sotto la Sua potente mano, a titolo di completamento della Sua e Mia opera: perciò col Gethsemani si adempì la prima parte di tale volontà e la parte principalissima. Lentamente, quasi privo di forze, ero giunto ai piedi di quell'altare sul quale il Mio Sacrificio stava per iniziarsi e consumarsi.Che notte fu quella! Quale angoscia, nel Mio cuore, al pensiero, alla visione terrificante dei pec­cati degli uomini! Ero la Luce e non vedevo che tenebre; ero il Fuoco e non sentivo che gelo; ero l'Amore e non sen­tivo che il disamore; ero il Bene e non sentivo che il male; ero la Gioia e non avevo che tristezza, ero Dio e Mi vedevo un verme, ero il Cristo, l'unto del Padre e Mi vedevo lordo e ributtante, ero la Dolcezza e non sentivo che amarezza; ero il Giudice e subivo la condanna, la vostra condanna; ero il Santo, ma venivo trattato come il massimo peccatore; ero Gesù, ma sentivo chiamarMi soltanto con nomi di vitupero da satana; ero la vittima volontaria, però la Mia stessa natura umana Mi faceva sentire tremore e debolez­za e chiedeva l'allontanamento di tutta la sofferenza in cui trovavasi; sì, ero l'Uomo di tutti i dolori cui era sfuggita la gioia della donazione di Me stesso che avevo fatto con trasporto tutto Divino. E tutte queste cose, perché? Ve l'ho già detto: Io ero voi, perché voi dovete divenire Me. La Mia Passione... Oh! che abisso di amarezze ha racchiuso! E come è lontano chi crede di conoscerla sol­tanto perché pensa alle sofferenze del Mio Corpo! Guardate al Gethsemani, guardatemi disfatto nell'Orto e unitevi a Me. Torno oggi a voi per ricordarvi di guardare bene il Mio viso triste, di considerare meglio il Mio sudore di Sangue...
Non vi interessa molto questa Passione scono­sciuta? Non vi pare che merito più considerazione, migliore attenzione? Anime Mie care! Tornate al Gethsemani, torna­te con me nel buio, nel dolore, nella compassione, nell' amore doloroso! E tu, come ti trovi ora? Intendi, dunque, che ti faccio simile a Me? Posa anche tu le tue ginocchia sulla terra del tuo sacrificio e dì con Me: Padre, se è possibile, allontana da me questo calice: però non si faccia la mia, ma la Tua volontà. E quanto avrai detto con intima convinzione "fiat", allora cesserà tutto e sarai rinnovato nel Mio Amore. Guardate al Gethsemani, guardatemi disfatto, nell'orto e unitevi a Me!' Quanto a Me il soffrire che fu, ora Mi sarà dolcissimo se vi metterete nella considerazione delle Mie pene. Non temete di entrare con Me nel Gethsemani: Entrate e vedete. Se poi, vi parteciperò sensibi­li angosce e solitudini, ritenetele Miei veri doni e non vi smarrite, ma con Me dite: Padre, non la mia volontà, ma la Tua si faccia! Pregatemi, perché voglio sia conosciuto come ho amato tutti voi in quell'ora di abbandono e di tri­stezza senza nome.

(dal libro: Anonimo del XX secolo - Parole di cielo - in 3 volumi - 7 ediz.) Per richieste di libri e di pagelline da diffondere: tel. 0721.860753 - Casella postale 28 - 61032 FANO (PU)

LE PROMESSE DI GESU'

Dal mio Cuore sempre partono voci di amore che invadono le anime, le scaldano e, a volte, le bru­ciano... E' la voce del Cuore mio che si propaga e raggiunge anche quelli che non vogliono sentirmi e che, perciò, non si accorgono di me. Ma a tutti parlo interiormente, a tutti mando la mia voce, perché tutti amo. Chi conosce la legge dell'amore non si mera­viglia se Io insisto a dire che non posso non pic­chiare alle porte di quelli che mi resistono e che il rifiuto che spesso ne ottengo mi costringe - per così dire - a ripetere il richiamo, l'invito, l'offerta.
Ora, queste mie voci tutte calde d'amore, che partono dal Cuore mio, che altro sono se non l'amo­rosa volontà di un Dio amante che vuole salvare? Ma so assai bene che i miei inviti disinteressati non giovano a tanti e che i pochi che li accettano devono anche essi fare notevoli sforzi per accogliermi. Ebbene voglio dimostrarmi generoso (quasi che finora non lo fossi stato) e lo fo dandovi una prezio­sa gemma dell'amore mio per testimonianza dell'af­fetto sincero che Io nutro per tutti. Così, ho deciso di aprire una diga per lasciar passare il fiume di grazia che il mio cuore non può contenere più.
Ed ecco cosa offro a tutti in cambio di un pò d'a­more: remissione di tutte le colpe e certezza di sal­vezza in punto dì morte a chi pensa, una volta al giorno, almeno, alle pene che provai nell'Orto del Gethsemani; contrizione perfetta e duratura a chi faccia celebrare una messa in onore di quelle stesse pene; riuscita nelle faccende spirituali a coloro che inculcheranno agli altri l'amore alle pene dolorosis­sime del mio Gethsemani. Infine, per dimostrarvi che voglio proprio rompere una diga del mio Cuore e darvi un fiume di grazia, Io prometto a chi si farà promotore della devozione al mio Gethsemani que­ste altre tre cose: vittoria completa e definitiva nella maggiore tentazione cui è soggetto; potere diretto di liberare anime dal Purgatorio; grande luce per com­piere la mia volontà.
Tutti questi doni miei Io farò con certezza a quelli che faranno le cose che ho dette, con amore e com­passione per la mia spaventosa agonia del Gethsemani.
(agosto del 1963)

vùoi unirti alle ANIME CONSOLATRICI di Gesù agonizzante nell'orto del Gethsemani? Dai la tua adesione a: "GLI AMICI DEL GETHSEMANI"
Lungo Castellano Sisto V0, 56 - Tel. 0736.251214 - 63100 ASCOLI PICENO

PREGHIERA A GESU' AGONIZZANTE NEL GETHSEMANI

O Gesù, che nell'eccesso del tuo amore e per vincere la durezza dei nostri cuori, doni tante grazie a chi medita e propaga la devozione della tua SS. Passione del Gethsemani, ti prego di voler disporre il cuore e l'anima mia a pensare spesso alla tua ama­rissima Agonia nell'Orto, per compatirti e unirmi a te il più possibile.
Gesù benedetto, che sopportasti in quella notte il peso di tutte le nostre colpe e che per esse hai pagato completamente, fammi il grandissimo dono di una perfetta contrizione per le mie numerose colpe che ti fecero sudare sangue.
Gesù benedetto, per la tua fortissima lotta del Gethsemani, dammi di poter riportare completa e definitiva vittoria nelle tentazioni e specialmente in quella cui vado maggiormente soggetto.
O Gesù appassionato, per le ansie, i timori e le sconosciute ma intensissime pene che hai sofferto nella notte in cui fosti tradito, dammi una grande luce per compiere la tua volontà e fammi pensare e ripensare all'enorme sforzo e alla impressionante lotta che vittoriosamente sostenesti per fare non la tua ma la volontà del Padre.
Sii benedetto, o Gesù, per l'agonia e le lacrime che versasti in quella notte santissima. Sii benedet­to, o Gesù, per il sudore di sangue che avesti e per le angoscie mortali che provasti nella più agghiaccian­te solitudine che mai uomo potrà concepire. Sii benedetto, o Gesù dolcissimo ma immensamente amareggiato, per la preghiera umanissima e divinis­sima che sgorgò dal tuo Cuore agonizzante nella notte dell'ingratitudine e del tradimento.
Eterno Padre, ti offro tutte le Sante Messe pas­sate, presenti e future unito a Gesù agonizzante nell'Orto degli ulivi. Santissima Trinità, fa che si diffonda nel mondo la conoscenza e l'amore per la S.S. Passione del Gethsemani. Fà, o Gesù, che tutti coloro che ti amano, vedendoti crocefisso, ricordino anche le inaudite pene tue nell'Orto e, seguendo il tuo esempio, impa­rino a ben pregare, combattere e vincere per poterti poi glorificare eternamente in cielo. Così sia.

23.XI. 1963
Con approvazione ecclesiastica + Macario, Véscovo di Fahriano

LE PROMESSE DI GESU' ai devoti del Suo Santo volto

1° - "PER L’IMPRONTA DELLA MIA UMA­NITÀ LE LORO ANIME SARANNO
PENETRATE DA VIVIDA LUCE SULLA MIA DIVINITÀ IN MODO CHE, PER LA SOMIGLIANZA DEL MIO VOLTO, SPLENDERANNO PIÙ DEGLI ALTRI NELL’ETERNITÀ".
(Santa Geltrude, Libro IV Cap. VII)
2° - Santa Matilde, chiedeva al Signore che coloro i quali celebravano la memoria del dolce Suo Volto, non andassero privi dell'a­mabile Sua compagnia, ebbe in risposta: "NON UNO DI ESSI ANDRÀ DA ME DIVISO".
(Santa Matilde, Libro 1 - Della grazia spiri­tuale - Cap. XII)
3° - "NOSTRO SIGNORE", dice Suor Maria Saint-Pierre: MI HA PROMESSO D'IM­PRIMERE, NELLE ANIME DI COLORO CHE ONORERANNO IL SANTISSIMO
SUO VOLTO, I TRATTI DELLA SUA DIVINA SOMIGLIANZA".
(21 gennaio 1844)
4° - "PER IL SANTO MIO VOLTO OPERE­RETE PRODIGI". (27 ottobre 1845)
5° - "PER IL SANTO MIO VOLTO OTTER­RETE LA SALVEZZA DI MOLTI PEC­CATORI: PER L'OFFERTA DEL MIO VOLTO NULLA VI SARÀ RIFIUTATO.OH SE SAPESTE QUANTO IL MIO VOLTO SIA GRADITO AL PADRE MIO! (22 novembre 1846)
6° - "COME IN UN REGNO TUTTO SI ACQUISTA CON UNA MONETA,SULLA QUALE SIA IMPRESSA LEFFI­GE DEL PRINCIPE, COSÌ CON LA PRE­ZIOSA MONETA DELLA SANTA MIA UMANITÀ, CIOÈ COL MIO VOLTO ADORABILE, VOI OTTERRETE NEL REGNO DEI CIELI QUANTO VI AGGRADA". (29 ottobre 1845)
7° - "TUTTI COLORO CHE ONORERANNO IL SANTO MIO VOLTO IN SPIRITO DI RIPARAZIONE, FARANNO CON CIO’ L’OPERA MEDESIMA DELLA VERONI­CA". (27 ottobre 1845)
8° - "SECONDO LA PREMURA CHE POR­RETE NEL RESTAURARE LE MIE SEMBIANZE SFIGURATE DAI BESTEMMIATORI, IO AVRÒ CURA DELLE SEMBIANZE DELL’ANIMA VOSTRA, SVISATA DAL PECCATO: VI RISTABILIRÀ LA MIA IMMAGINE E LA RENDERÒ COSÌ BELLA COME ERA QUANDO USCÌ DAL FONTE BAT­TESIMALE". (3 novembre 1845)
9° - "IO DIFENDERÒ INNANZI AL PADRE MIO LA CAUSA DI TUTTI COLORO, CHE MERCÉ L'OPERA DI RIPARAZIO­NE, SIA CON PREGHIERE, SIA CON PAROLE, SIA CON ISCRITTO DIFEN­DERANNO LA MIA CAUSA, IN MORTE ASCIUGHERÒ LA FACCIA DELLA LORO ANIMA, TERGENDONE LE MACCHIE DEL PECCATO RIDANDO­LE LA SUA PRIMITIVA BELLEZZA". (12 marzo 1846)
Le ingiunse inoltre di scrivere queste pro­messe: dichiarando che, qualora le tenesse segrete e non ne parlasse, commetterebbe un’ingiustizia, (Sua vita, Cap. XX, p. 246).
A così tante lusinghiere promesse chi non si darà tutto al servizio del Santo Volto di N.S. Gesù Cristo? Del resto a dimostrare l'efficacia di que­sta devozione basterebbe leggere i miracoli senza numero operati dal Servo di Dio Leone Dupont e che tuttora si operano al maggior incremento della medesima non solo in Francia, ma in Italia ed in ogni parte del mondo.

IL SANTO VOLTO

E' nota l'antichissima tradizione, orma fis­sata nella sesta stazione della Via Crucis, di quella pia donna di nome Veronica che, vedendo Gesù in mezzo al lugubre corteo salire stentatamente verso il Calvario oppresso dalla pesante Croce, e, osservando il Suo Volto livido, sfigura­to dai colpi, tutto coperto di polvere, di sputi, di sudore, di ferite e di sangue, dallo sguardo dolo­rosamente triste, si commuove, s'intenerisce, ne sente viva pietà e subito pensa e vuole recare un po' di conforto al Suo Divin Maestro.
Istintivamente, in un attimo, con intrepido coraggio s'inoltra, si confonde con quella folla forsennata, sfida il furore dei soldati, si avvicina a Gesù, gli si prostra innanzi e poi, con gesto delicato, per meglio esprimerGli tutto il suo amore e la sua compassione, asciuga il Volto della Vittima Divina.
Gesù gradisce quel gesto. La ringrazia con dolce sguardo e la premia imprimendo le meste Sue sembianze in quel candido lino. La donna portò con se, come ricordo, il S. Volto impresso miracolosamente in quel suda­rio, che ora si venera a Roma, in S. Pietro.
Gesù stesso ci invita a fermare il nostro sguardo compassionevole sul Suo Santo Volto, così villanamente e crudelmente oltraggiato nella Sua Passione. Perché, mentre non volle aver sollievo in nessuna parte del Suo Corpo, dispose che una donna Gli tergesse il Volto: Veronica, col quale passò alla storia. Ricorderà per sempre la generosità di quest'anima ripara­trice e insegnerà quanto Gesù desideri che sia Adorato e Onorato il Suo Divin Volto. Quel Volto che continua ad essere coperto di sputi e di lordure dalle infernali bocche dei bestemmiatori.
La devozione al Volto Santo si propone in modo particolare: l'Adorazione al Vostro fisi­co di Gesù Cristo, quale è stato nella Sua vita terrena, nella Sua Passione e attualmente nella Sua vita di gloria in Cielo. La riparazio­ne di tutti i peccati del mondo di tutti i tempi: l'adempimento personale di quello che manca alla Passione di Cristo. Il Santo Volto è quel Gesù che fu Uomo gioia infinita del Padre. Pane fatto corpo, vino fatto Sangue. E' Gesù di tutti. Mio e tuo.
Di chi lo ama e di chi lo odia, di chi è nella gioia e di chi è nel dolore. Perché quelli che soffrono portano in sé Gesù e la Sua Croce e portano nel loro volto il Volto stesso di Gesù. Proprio quel Gesù che è stato, è e sarà moltipli­cato in ogni Eucarestia dei tempi, e che, Unico mi guarda adesso dal Cielo e mi ama, desideran­do di vedere, nel nostro volto, la Sua Immagine.
Il Santo Volto è Gesù: il Redentore Gesù che si imprime e si rivela nella Santa Sindone. Si imprime col sudore e col sangue, con gli sputi e con gli aromi. Rivela le trafitture delle mani, dei piedi e del costato. Rivela numerati i colpi della flagellazione. Rivela sulla nuca, i rivoli di sangue della coronazione di spine. Rivela sulla spalla i segni del pesante legno della Croce. Rivela il pudore delle Sue braccia incrociate e, dal fondo dei secoli, rivela il suo Volto Santo... Fronte segnata dal sangue, occhi chiusi, naso colpito, guance gonfie, labbra serrate, barba strappata, capelli inzuppati di sangue. Fissare gli occhi in quel Volto è come vederlo ancora tradi­to con un bacio, legato con funi, percosso, schiaffeggiato, velato, coperto di sputi e d'insul­ti senza nome.
Gesù rivela nel Suo Volto Santo il Volto del Padre, perché chi vede Lui vede il Padre. Il Santo Volto è il Segno di ogni dolore del Figlio dell'Uomo: Figlio di Dio e Figlio di Maria.

GESÙ CRISTO
Descritto da un contemporaneo

Lettera di Publio Lentulo, Governatore della Giudea (antecessore di Pilato), nella quale si descrivono le fattezze di Gesù Cristo all'Imperatore di Roma, tradotta dal latino origi­nale che si conserva dai Signori Cesarini di Roma.

Ho inteso, o Cesare, che desideri sapere quanto ora ti narro: essendo qui un uomo, il quale vive di grandi virtù chiamato Gesù Cristo, dalla gente è detto profeta ed i suoi discepoli lo tengono per divino e dicono, che egli è figlio di Dio Creatore del cielo e della terra, e di tutte le cose che in essa si trovano e son fatte. In verità, o Cesare, ogni giorno si sentono cose meravi­gliose di questo Cristo: risuscita morti, e sana gli infermi con una sola parola. Uomo di giusta sta­tura, è molto bello di aspetto; ED HA MAESTA' NEL VOLTO, e quelli che lo mirano sono forzati ad amarlo e temerlo.
Ha i capelli di color della nocciola ben matura, sono distesi sino alle orecchie e dalle orecchie sino alle spalle sono di color della terra, ma più risplendenti.Ha nel mezzo della fronte in testa il crin spartito ad usanza dei Nazareni, IL VOLTO SENZA RUGA, O MACCHIA, accompagnato da un colore modesto. Le narici e le labbra non possono da alcuno essere riprese con ragione: la barba è spessa ed a somiglianza dei capelli, non molto lunga, ma spartita per mezzo.
Il suo mirare è molto spaventoso e grave: ha gli occhi come i raggi del sole e nessuno può guardarlo fisso per lo splendore; e quando ammonisce, si fa amare, ed è allegro con gravi­tà. Dicono che nessuno l'ha veduto mai ridere, ma bensì piangere. Ha le mani e le braccia molto belle, nella conversazione contenta molti ma si vede di rado: e quando vi si trova, è molto modesto all'aspetto, e nella presenza è il più bell'uo­mo che si possa immaginare; tutto simile alla madre la quale è la più giovane che siasi mai vista in queste parti.
Però se la Maestà tua, o Cesare, desidera di vederlo come negli avvisi passati mi scrivesti, fammelo sapere, che non mancherò subito di mandartelo. Di lettere fa stupire la città di Gerusalemme. Egli non ha studiato giammai con alcun, eppure sa tutte le scienze, cammina scalzo, senza cosa alcuna in testa; molti ne ridono in vederlo, ma in presenza sua nel parlare con lui tremano e stupiscono.
Dicono che un tal uomo non è stato mai veduto, né inteso in queste parti. In verità secon­do mi dicono gli ebrei non si è sentito mai di tali consigli, di così grande dottrina, come insegna questo Cristo e molti dei Giudei lo tengono per divino e lo credono; e molti altri me lo querela­no con dire che è contro la Maestà tua, o Cesare. Si dice di non aver mai fatto dispiacere ad alcu­na persona, ma sì bene tutti quelli che lo cono­scono che l'hanno provato dicono di aver ricevu­to benefizi e sanità.
Però alla Maestà tua, o Cesare, alla tua obbedienza sono prontissimo: quando mi comandi sarà eseguito. Vale. Da Gerusalemme Indizione settima, luna undicesima, Della Maestà tua fedelissimo e obbedientissimo. Publio Lentulo Governatore della Giudea
La lettera è talmente chiara che non ha biso­gno di alcun commento. Ma voglio solo far nota­re, che dopo averla letta, siamo pervasi da una dolcezza infinita poiché la figura di Gesù balza evidente da questi pochi righi e sembra quasi di vederlo innanzi a noi; anzi sì, lo vediamo, lo sen­tiamo ed auspichiamo di essere travolti nel vor­tice del suo infinito amore per annullarci in "LUI".

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